Object Storage alleato dell’ ITSM

Il sottotitolo più convincente dell’IoT è che gli oggetti producono informazioni e quindi dati e poichè di oggetti “intelligenti” ne avremo una quantità decisamente elevata ecco che si pone in modo conseguente il grande problema di dove e come sistemare questi  enormi volumi di dati.

Lo storage assume quindi un ruolo significativo non solo per la capacità di poter accogliere questi volumi di dati ma anche per la sicurezza in termini di resilenza e per le modalità con cui riesco ad “usare” questi dati il cui semplice stoccaggio ancorchè sicuro non risponde alle necessità che li hanno prodotti.

L’approccio cloud è senza dubbio quello maggiormente utilizzato e molti servizi di storage sono appunto offerti in cloud, affiancati o meno da soluzioni locali on premise, ma la sicurezza dei servizi cloud favorisce la progressiva migrazione dei dati verso questa tipo di soluzione.

Si parla sempre di più di object storage per lo storage cloud e il termine non viene circoscritto al perimetro accademico ma sempre di più popola l’offerta di soluzioni.  Object storage significa un nuovo modo di gestire gli oggetti dell’informazione con la soppressione totale o parziale dei concetti di gerarchia e file system e quindi siamo in presenza di una rivoluzione come quella prodotta dall’introduzione dell’Hyperconvergenza nel mondo delle infrastrutture.

Si parla quindi di object storage come di un nuovo modo di costruire lo storage ed essere quindi maggiormente vicino alle esigenze dei servizi IT di oggi, solo per fare un esempio Facebook, Spotify utilizzano object storage.

La sorpresa piacevole che ho avuto è stata di scoprire che in Italia esiste già una start-up che sta proponendo servizi cloud di object storage in modo evoluto e questa società è Cynny Space …e dopo aver valutato la soluzione ecco alcuni aspetti di forza di questo object storage made in italy.

  1. Ogni unità disco è gestita da un micro server basato su processore ARM
  2. L’insieme delle unità fische ha un livello di orchestrazione generale
  3. La sicurezza è maggiore al 99,99999999% grazie all’uso dell’approccio peer to peer
  4. API RESTful (Representational State Transfer) per il dialogo a livello Internet
  5. Interfaccia API S3 (Simple Storage Service)  utilizzato da Amazon (AWS)
  6. IPv6
  7. Crittografia end to end

In termini pratici questo significa:

  1. Sicurezza particolarmente elevata dei dati,
  2. Ampia configurabilità nelle applicazioni esistenti e supporto al dialogo con queste e più ingenerale anche con i sistemi virtualizzati
  3. Risparmio energetico elevato (il processore ARM non è avido di energia elettrica)
  4. Si paga solo la quantità dei dati che si usa e non una quota fissa e non si pagano neanche i trasferimenti dei dati
  5. Idoneità all’intefacciamento di oggetti intelligenti dell’IoT grazie all’Ipv6
  1. Sicurezza non solo per resilenza rispetto ai guasti ma anche rispetto al possibile accesso non autorizzato alle informazioni
  2. È disponibile anche in private cloud (on premise) per le società che ancora non sono pronte a portare al di fuori dei propri datacenter

Credo sia un ottimo livello di partenza e quello che fa maggiormente piacere è che questo esempio di object storage può essere un ottimo alleato dei CIO e dell’ITSM in quanto offre la necessaria flessibilità e intelligenza per gestire e interagire con le montagne di dati attuali e future.

 

 


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